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http://day.postitroma.it/news/retrophuture-di-fabrizio-passarella
RETROPHUTURE di Fabrizio Passarella
un progetto musicale/ mediale
Pubblicato Giovedì, 16 Febbraio 2012 da Post.it Roma
Retrophuture è un progetto musicale/mediale con cui Fabrizio Passarella si presenta per la sua nuova personale romana presso The Gallery Apart nelle vesti non solo di artista visuale, ma anche di compositore e poeta. Messi da parte per una volta i pennelli, ma non certo il metodo di creazione di immagini per campionature, Passarella dà vita ad una sua interpretazione di quell'universo di suoni, stili, visioni e suggestioni ben noto agli appassionati di musica elettronica. Arte e musica sono per Passarella le passioni più grandi fin dall’infanzia e, in questa occasione, egli porta ad estreme conseguenze il suo approccio tecnico e teorico volto a decostruire o rifiutare i linguaggi tradizionali.
Ne emerge, quale primo step concettuale del progetto, la mostra che sta in una scatola, secondo una visione popolare della fruizione del processo creativo, un multiplo d'artista contenente ognuno l'intero corredo creativo di cui Retrophuture si compone, vale a dire un cd con 24 brani musicali composti dall'artista, un libretto recante 24 poesie e 24 immagini corrispondenti ai brani e infine un dvd contenente un video. Il contesto nel quale il progetto Retrophuture si sviluppa comprende il minimalismo di Steve Reich, Terry Riley e La Monte Young, la decadente trilogia berlinese di Bowie, i suoni ambient di Eno, il romanticismo congelato di John Foxx, il primo pop “meccanico” di Gary Numan, il Krautrock e i mantra industriali post-rileyani dei Kraftwerk, le bizzarrie oblique di Steven Brown e Blaine Reininger così come le centinaia di effimeri gruppi flexi-synthpop scovati su internet. Passarella fa inoltre largo uso di materiale iconografico e di propaganda della Germania e della Russia degli anni trenta, senza che ci sia, ovviamente, nessun aggancio di tipo ideologico, pur essendo ben cosciente di muoversi in un terreno minato affrontato con l’ironia necessaria, rilevando le coincidenze estetiche dei regimi totalitari e l’uso della retorica come poetica base (come nei monumenti dello Stadio dei Marmi, o dei Kolkosiani, o nelle raffinatissime pellicole della Riefenstahl) ed esaltando l’eroismo titanico e della macchina (ripresi da Bowie in quello che è stato l’inno della fin de siécle scorsa) simbolo della spinta al tempo stesso reazionaria e modernista verso un ipotetico futuro splendente. Applicato alla musica, ciò significa una composizione scaturita come in una scrittura automatica surrealista e veloce, frutto della piena appropriazione di softwares musicali facili da usare, magari ricreando suoni analogici attraverso un semplice e geniale programma di Mac per principianti; mezzi perfetti per un non-musicista e un artista educato all’occhio, funzionando più come una specie di montaggio video o un photoshop musicale che come un foglio di composizione tradizionale. Vera design-music o pittura sonora ottenuta aggiungendo, sottraendo, cancellando, copiando. Parallelamente alla musica, Passarella ha lavorato sui testi (metrica stringatissima, rime basiche, linguaggio visionario dei testi dei musicisti prima citati) e sulle immagini, creando per ogni brano musicale un corrispettivo poetico e visivo. Il suo interesse però non è realizzare un’operazione nostalgica o di archeologia tecnologica, bensì riflettere sul senso profondo dell'evidente definitivo tramonto/declino/decadenza/crollo/fine (in una parola, Untergang) di una fase storica caratterizzata dal connubio tra una persistente eredità romantica europea, l’industrialismo del dopoguerra e l'odierna onnipresenza della tecnologia.
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=37055&IDCategoria=61
fino al 7.IV.2012
Fabrizio Passarella
Roma, The Gallery Apart
Non è un videoclip ma una musica che si fa immagine dinamica. Non è videoarte lenta ma che scorre veloce come gli eventi che circondano l’uomo, mentre “l’arte e la vita stanno altrove…” -
pubblicato lunedì 19 marzo 2012
Già nel titolo la mostra si presenta enigmatica: "retro”, con riferimento ad un passato temporale che ha lasciato una scia su cui oggi le nostre coscienze e conoscenze camminano liberamente; "phuture” una pronuncia che non lascia dubbi sul suo significato, ciò che sta avanti, l’ignoto oltre il quale, a volte, si spingono le nostre fantasie, le pretese e l’immaginazione. E’ questo il percorso che compie Fabrizio Passarella (Contarina, RO, 1953) proponendoci un’opera complessa, lontana dalle precedenti. Il progetto di questa mostra nasce con un intento ben preciso: realizzare un sito per il web. Un sito che racconta a sua volta della mostra: delle stampe su lastre di alluminio, un video, costituito da immagini multimediali, pezzi di collage (negati alla materia) che vengono a comporre tanti frame che si susseguono. La musica è la presenza dell’artista che coordina e crea scenari e protagonisti all’interno di un set in continuo movimento di parole e figure. Una riflessione, la sua, che vede come protagoniste, in un percorso parallelo, iconografie di tanti mondi artistici e storici diversi con realtà musicali che tentano una rivisitazione della musica elettronica degli anni ’80. Scrive l’artista: "niente come la musica mette a nudo l’anima”, quasi a ricordarci Schopenhauer che aveva eletto la musica come l’istinto del mondo.
Ma l’intento dell’artista è anche quello di creare un’ opera d’arte totale, complessa e accessibile a tutti, grazie anche alla tecnica con cui è realizzata: software che fungono da compositori e programmi che accostano immagini diverse. Un apparente caos modellato dal genio artistico che si ribella all’opera come "status symbol di una classe borghese che si diverte a godere di un’arte vuota di valori”. L’opera di Passarella arriva allora a tutti, nel modo oggi più semplice, presentando la sua mostra anche in versione "tascabile” per permettere un superamento dei confini spaziali che l’Arte, nel suo modo di intenderla, giustamente non dovrebbe avere. La musica, la libertà di pensiero e di parola, sembrano raccontare di una visione dell’uomo del nostro tempo, scandito, comandato da ritmi e parole che appaiono improvvisamente nel video. Realtà futuriste e costruttiviste che hanno però, un retrogusto amaro, nel loro essere piacevolmente musicali, ma che lasciano percepire un presagio di scenari distruttivi.
claudia fiasca
mostra visitata il 25 febbraio 2012
dal 20 febbraio al 7 aprile 2012
Fabrizio Passarella - Retrophuture
The Gallery Apart
Roma
http://www.artribune.com/2012/03/quando-la-sorpresa-non-e-dentro-la-scatola/
Quando la sorpresa non è dentro la scatola
Un progetto integrato che racchiude quasi ogni espressione artistica (musica, poesia, film, grafica). Tranne la pittura di Fabrizio Passarella. Quella a cui ci ha abituati con le sue contaminazioni e contraddizioni dal classico al barocco, allo zen. E l’ossimoro del titolo “Retro-Phuture” è solo il primo assaggio, da The Gallery Apart, fino al 7 aprile.
Fabrizio Passarella - Electronic (Music) Engineering - 2012 - still da video - courtesy the Gallery Apart, Roma
In galleria s’incontra il paradosso. Immagini che sembrano pitture iperrealiste sono invece surreali ricombinazioni di fotografie, assemblaggi di figurazioni retoriche che acquistano poi dinamismo in un film senza movimento. E quella retorica diventa ironia di vecchie propagande che appartengono a un futuro retrogrado. Tutto questo è da The Gallery Apart: grandi pannelli alle pareti, eppure il cuore dell’opera è al piano di sotto.
Se ne percepisce all’inizio solo il suono, una musica indefinita che proviene dalle scale che scendono in un locale buio, dominato dai lampi di un video. È così che questa volta stupisce Fabrizio Passarella (Contarina, 1953; vive a Bologna), offrendo il suo complesso lavoro in esposizione, ma anche in una confezione che contiene per intero l’opera: musiche, video, immagini e poesie. Una scatola la cui sorpresa è nello spazio intorno.
Alessandro Iazeolla
Roma // fino al 7 aprile 2012
Fabrizio Passarella – Retrophuture
THE GALLERY APART